lunedì 26 marzo 2007

Fiocco rosa...fiocco celeste

Come mai Barpapapà è rosa pur essendo maschio?
La ragione intenzionale è che il rosa pallido è il colore dello zucchero filato che in francese si chiama proprio: Barbe a papa.
Vi è poi una ragione recondita, più ecologista, forse inconscia....il rosa è un colore naturale, biologico, come la terra, dalla quale i due creatori di Barbapapà, fra i quali un biologo, lo fanno spuntare un giorno, innaffiato da Francesco, il bambino nel cui giardino cresceranno poi anche tutti gli altri barbapapà.
Questa è anche la ragione per cui il genere femminile, da sempre identificato con la Grande Madre, dea terrestre, archetipo di tutte le altre dee, viene associato al colore rosa della terra. Vestire le neonate di rosa, significava quindi propiziare in loro, la fertilità insita della Natura.
Nel corso dei secoli, quando la Grande Madre è caduta in ribasso soppiantata dai vari Dei del cielo, per contrapporre l'usanza di vestire i neonati maschi di celeste perchè il cielo li proteggesse, il colore rosa di abiti ed accessori delle bambine, ha acquisito allora, anche il significato di assicurare loro la buona salute, al cui colore infatti tuttora si associa.
Vestire di cielo qualcuno o qualcosa perchè Dio li protegga, è anche la ragione per cui nelle isole greche o in Tunisia le porte delle case sono dipinte di celeste.
In un articolo lessi che, contrariamente a quel che si è portati a credere, al mondo nascono più maschi che femmine, ma al traguardo dell'adolescenza, nel rapporto fra numero di maschi e femmine viventi
sulla Terra, la proporzione si inverte. Ecco forse la ragione che in tempi remoti spinse i genitori di figli maschi a cercare con un rito un modo perchè il Cielo potesse proteggerli.
Bibliografia: Desmond Morris Il bambino; tutti perchè, Mondadori, 1993
Enciclopedia delle religioni a cura di M. Eliade, Milano 1988, voce "Dea, culto della"

martedì 20 marzo 2007

Le torte tonde (...e bianche) delle feste

Festeggiare i compleanni è un'usanza antica; nel Vecchio Testamento troviamo un personaggio bibblico che festeggia il "suo giorno", e lo facevano anche gli egizi. La tradizione di farlo con una torta è persiana; i persiani in particolare, accostano l'impiego dei dolci, a varie cerimonie religiose. Ancora oggi in Iran, ai funerali si consumano dolci tipici preparati per l'occasione.



Anche la torta di compleanno, tonda e bianca, con su delle candele accese, presso i greci antichi, aveva un significato religioso; più precisamente un atto di devozione alla luna, che una torta così concepita, nella sua forma, colore ed illuminazione, rappresentava.

Al giorno d'oggi in occidente, il bianco è diventato il colore quasi esclusivo del matrimonio e dei suoi accessori; pertanto solo le torte nunziali osservano ancora quasi per intero il rito lunare ancestrale dal quale originano le torte da cerimonia.

Mancano però le candeline accese che in una torta similare sembrerebbero fuori posto...eppure era proprio quel dato, e non la rotondità della torta nunziale (come lessi in un sito di organizzazione matrimoni tempo fa) a portare fortuna agli sposi ed alla loro famiglia d'origine e futura.
Ad una mia parente impegnata nell'organizzazione del proprio matrimonio, fu detto che in quel periodo della sua vita, fino a dopo il matrimonio, avrebbe dovuto aspettarsi, lei, il suo futuro sposo, e le rispettive famiglie, l'accadere di tre disavventure; una più grave tipo un incidente medico, e le altre due più lievi,magari di tipo economico.

Verificare la veridicità di tali affermazioni ha poca importanza; curioso è però notare, come spiegherò meglio nel seguente post sulle Candeline (che in effetti è precedente a questo) che in tempi remoti, si accendessero delle candele durante un convegno festoso di persone, onde tenere lontani gli spiriti maligni attratti dai lieti eventi riguardanti gli esseri umani.

Bibliografia: Desmond Morris, Il bambino; tutti i perchè, Mondadori, 1993

giovedì 15 marzo 2007

Candeline

L'immagine a fianco, dell'artista Fosca, raffigura Pasifae incinta del Minotauro per volere di Giove. L'artista ha usato per simboleggiare l'inizio di una nuova vita nel grembo di Pasifae, una candela accesa. Tale simbologia, pur essendo antichissima nella storia dell'umanità, ci accompagna tutt'ora nel rito dello spegnimento delle candeline durante un compleanno. Ogni candelina rappresenta un anno di vita, ma per completare il rito secondo la tradizione per la quale è nato, bisognerebbe aggiungere fin dal primo anno una candelina in più, che rappresenti la nostra vita dal concepimento alla nascita. In origine infatti, il rito delle candeline sulla torta, aveva inizio già qualche mese dopo la nascita di un nuovo individuo: era una sorta di battesimo del nuovo nato, i cui genitori festeggiavano la nascita, spegnendo la sua prima candelina, proprio come simbolo della sua venuta alla...luce.

La proprietaria di un negozio del Vomero, quartiere di Napoli, anni fa, trovandomi nel suo esercizio proprio per acquistare delle candeline di compleanno, mi informò circa la presenza sulla torta, della candelina in più, che stando a quel che ne sapeva lei, doveva rimanere spenta, a simboleggiare l'augurio per l'anno nuovo.
Lo stato di spento, in questa traccia della candelina della nascita, disperde tuttavia il suo significato religioso; lo stato di acceso delle candele durante una cerimonia religiosa infatti, nell'antichità, serviva a tenere lontani gli spiriti maligni richiamati da una riunione di esseri umani per festeggiare un lieto evento. In Germania nel medioevo ad esempio, si usava tenere accese tutte le fonti luminose di una casa, nel giorno del compleanno di un suo abitante. Questo spiega anche perchè le candeline vengano spente solo alla fine di una festa: la riunione sta per sciogliersi, anche gli spiriti maligni si allontaneranno; non c'è più bisogno di spaventarli col fuoco come una volta si faceva con gli animali feroci per tenerli lontani dalle nostre abitazioni.

Fonti bibliografiche: Desmond Morris, Il bambino: tutti i perchè, Mondadori, 1993
Grazie a Marcella Fusco per la gentile concessione dell'utilizzo della foto della sua opera Magica fragmenta