lunedì 23 novembre 2009

GLI ADESIVI

Se avete bambini sapete che incollarli è proprio un rito...comunque eccovi la loro storia:

"Gli adesivi sono antichissimi. La loro invenzione sembra risalire addirittura agli antichi egizi che usavano sostanze adesive per la medicina (i cerotti!, ma anche per pubblicizzare i prodotti nei mercati. Sicuramente i primi antenati degli adesivi si cominciano a vedere in Europa alla fine del 1800, dove etichette adesive colorate stampate su carta gommata, permettevano di identificare più facilmente le merci. Inizialmente questo sistema veniva utilizzato per la frutta, dove la grande concorrenza spingeva i vari produttori a far disegnare delle etichette sempre più colorate ed accattivanti, che venivano attaccate al lato delle cassette. Dalla frutta gli adesivi hanno cominciato a diffondersi anche sulle casse di verdura e sui bidoni del latte.
Il lato non stampato era ricoperto di una colla a base di gomma poi lasciata asciugare. Una volta bagnata questa recuperava la sua adesività ed il foglietto poteva attaccarsi ad una superficie.
Questo tipo di adesivi è stato utilizzato moltissimo fino alla metà del secolo scorso; per esempio era di moda per i viaggiatori attaccare alle proprie valigie adesivi dei luoghi e delle nazioni visitate. Gli adesivi turistici sono molto diffusi ancora oggi, anche se quasi nessuno li attacca più sulle proprie valigie (al massimo sul camper o sulla roulotte. Questa moda però ha portato a una evoluzione importante per gli adesivi, che da etichette per merci sono diventati un metodo per personalizzare i nostri oggetti, per trasformare un prodotto di serie in qualcosa di unico, di nostro. Dal sistema della carta gommata, si è passati alle prime etichette autoadesive nel 1935, con la brillante invenzione dell'americano R. St5anton Avery, che applicò la parte collosa ad una superficie di carta rivestita di silicone. In questo modo rimuovendo la copertura, l'etichetta si può appiccicare ovunque senza bisogno di essere bagnata. Grazie a questa nuova veste, soprattutto a partire dalla fine degli anni '60, gli adesivi entrano definitivamente a far parte della vita di tutti, con immaggini di cantanti ed attori, frasi e mottio disegni e simboli di ogni genere. Gli adesivi di oggi sono più resistenti, stampati con colori più brillanti e su materiali molto più ricchi e tecnologici della semplice carta. In più hanno dei formati adatti apersonalizzare non solo le auto o le moto ma tutti quei piccoli oggetti che fanno parte della nostra vita, per esempio i diari, le agende ed i telefoni cellulari."

Fonte: una confezione di adesivi di mickey mouse

lunedì 7 aprile 2008

"IL RISVEGLIO DELLE I-DEE" CONVEGNO A CATANIA

MADREDEA, AKKUARIA, ARGIOPE

Con il Patrocinio della Facoltà di Lingue dell’Università di Catania

Presentano

IL RISVEGLIO DELLE I-DEE

Il Femminile dai mille nomi per un mondo diverso

Catania, 24/25 maggio 2008

Auditorium della Facoltà di Lingue,

Monastero dei Benedettini - Piazza Dante

Vogliamo dare voce alla Dea, al Principio Femminile in tutte le sue forme, attraverso le donne più diverse, nella parola e nell'azione. Vogliamo spiegare come noi donne vediamo le cose, la nostra visione di passato, presente e futuro, e le possibilità differenti nell'ottica del pensiero femminile e della complessità che ci caratterizza.

Dall’incontro di Associazioni e gruppi di lavoro, e nel ricordo dell’artista Nenzi Costanzo, nasce il Convegno “Il Risveglio delle I-Dee”. Il Convegno ha una struttura innovativa e dinamica, che consente agli utenti di fruire di differenti approcci al pensiero femminile, su base teorica e su base esperienziale. Accanto alle conferenze in Auditorium aperte a tutti, saranno offerti laboratori pratici a numero chiuso. Due spettacoli di danza e musica dedicati alle radici del Femminile secondo varie tradizioni spirituali ed etniche, e la premiazione del Concorso Letterario “Nenzi Costanzo” completano il programma del Convegno.

Orari: dalle 10 alle 19, sabato 24 e domenica 25 maggio 2008, ingresso libero.

Segue programma dettagliato degli interventi; la griglia con l’organizzazione oraria sarà disponibile a giorni insieme alle indicazioni su come arrivare e dove eventualmente pernottare. Le prenotazioni per i workshop avverranno la mattina del 24 maggio in loco, a partire dalle 9,30 e fino ad esaurimento posti.

Con preghiera di diffusione.

Cordiali saluti,

Clara Panascia e Vera Ambra

http://www.argiope.it/images/risvegliopic.jpg

Selene Ballerini

La Magia delle I-Deae - Luci, ombre e ispirazioni dall'Arte Magica per visionarie, esploratrici, guerriere

Luciana Percovich

Le radici e la diaspora: dalla società delle madri al furto di anima

Josè Calabrò

L'eco della Dea nel patronage celeste, nel patronage terrestre

Micaela Balice

Spiritualita' della Terra: magia ed ecologia in uno stile di vita naturale

Daniela Nya Fogar

Aspetto terreno e aspetto lunare della dualità femminile

Sandra Giuliani

L'eco delle donne: per un'editoria ecocompatibile con il Pensiero della Differenza.

Maurizia Merati

Riti di passaggio

Myra Panascia

La vibrazione della Madre Terra; tecniche per un Benessere Consapevole

Vera Ambra

L'associazionismo delle donne: insieme per promuovere e proporre cultura e conoscenza

Clara Panascia

Il Materno come fonte e mediazione di valori

WORKSHOP

Luciana Percovich

Meditazione alle quattro Dee

Micaela Balice

Il giardino incantato: costruire il proprio angolo delle erbe per la cura, la bellezza, la magia

Daniela Nya Fogar

Le tappe di iniziazione del femminile attraverso i simboli planetari di Luna e Venere

Maurizia Merati

In armonia con gli Elementi seguendo il ciclo delle stagioni

Myra Panascia

La vibrazione del Suono del Cristallo per la purificazione del campo elettromagnetico dei corpi eterico, fisico, emozionale e mentale

Lucia Zahara

Danza della Madre Terra e i Tamburi

Samia Zbidi

Allissa, Dea di Cartagine

Vera Ambra

I-Dee Creative

PERFORMANCE

Samia Zbidi

Allissa e la magica Birsa

Lucia Zahara

Danza della Madre Terra

Skye Cameron

Euforia Elementale: un viaggio attraverso i cicli vitali della Natura

TrizziRiDonna

Il Filo di Arianna

Per ulteriori informazioni rivolgersi a: madredea@gmail.com o telefonare al 329 3652786

PER NON DIMENTICARE: "CIO' CHE RESTA DELLE STREGHE OGGI"

Con l’enciclica “Super illius specula” nel 1326 Giovanni XXII dà inizio ufficialmente alla caccia alle streghe che tra la metà del XVI secolo e la metà del XVII vivrà il suo periodo più cruento. Per circa quattro secoli centinaia di migliaia di donne (secondo molti studiosi si può parlare di milioni) furono orribilmente torturate e mandate al rogo.
Alla luce dei roghi nasce la Scienza moderna, quella di Cartesio, di Newton, dalle ceneri nasce la casta dei medici che collaborarono attivamente alla caccia perché volevano impadronirsi dei poteri delle streghe di curare, aiutare le nascite e accompagnare le morti.

VOGLIAMO PARLARNE

In preparazione di un giorno della MEMORIA sulla strage delle streghe (indicato dall’ UDI per il 31 Ottobre )
proponiamo una serie di incontri su “QUELLO CHE RESTA DELLE STREGHE OGGI”

Giovedì 10 aprile 2008 ore 20.30
DROGHE MEDICAMENTI E INCANTESIMI: erbe, magia verde e le Wicca
Relatrici: Laura Dell’Aquila erborista, Chiara Gianfranceschi strega

Mercoledì 23 aprile 2008 ore 20.30
LE STREGHE, I MAGHI RINASCIMENTALI E LA NASCITA DELLA SCIENZA MODERNA
Relatori: Roberto Negrini storico della Magia, Sandra Schiassi femminista

Giovedì 8 maggio 2008 ore 20.30
ESPERIENZE DI CURA: SCIAMANE, DONNE CHE “SEGNANO”, GUARITRICI
Relatrici: Sandra Capri, Daniela Nipoti giornalista

Giovedì 22 maggio 2008 ore 20.30
LE STREGHE: SACERDOTESSE E/O LEADER POLITICHE?
Relatrici: Michela Zucca antropologa, Silvia Federici scrittrice

Giovedì 5 giugno 2008 ore 20.30
LE STREGHE NELLE FAVOLE DI IERI E IN QUELLE DI OGGI, E I MITI CHE CAMBIANO
Relatrici: Annarita Dall’Agata ricercatrice, Selene Ballerini magista e Maria Giusi di Rienzo scrittrice

ad Armonie, Via Emilia levante 138 - Bologna

Fonte: www.argiope.it Eventi "Quel che resta delle streghe oggi"

martedì 27 novembre 2007

DOLCETTO O SCHERZETTO?

Festeggiare la sera del 31 ottobre alla maniera di Halloween significa riscoprire antichissimi riti propri dell'Europa e dell'Italia in particolare.
Durante il primo secolo, invadendo la Bretagna, i Romani vennero a contatto con i Celti, nel cui capodanno, alla data del 31 ottobre, si celebrava la fine dell'estate sacrificando animali agli spiriti dei defunti per propiziarsi abbondanti raccolti futuri.
L'usanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween, nasce quindi dalla tradizione celta di mascherarsi con le pelli degli animali uccisi nei sacrifici nella notte del 31 Ottobre, per 3 giorni allo scopo di esorcizzare e spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere grottesche essi ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle (le rape e successivamente le zucche antelitteram!) intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro.
Sempre durante quella stessa notte le fate, considerate nella tradizione celta ostili e pericolose nei confronti degli esseri umani, erano solite fargli alcuni scherzi, portandoli a perdersi sulle loro colline dove rimanevano intrappolati per sempre. Le leggende narrano così che I Celti, per guadagnarsi il favore delle fate erano soliti offrire loro del cibo o latte che veniva lasciato sui gradini delle case.

Anche gli antichi romani intorno al 1° novembre onoravano Pomona, la dea dei frutti e dei giardini. Durante questa festivita' venivano offerti frutti (soprattutto mele) alla divinità per propiziare la fertilità futura. Con il passare dei secoli il culto di Samhain, nome del capodanno celtico, e di Pomona si unificarono: l'interlocutore della festa del 1 novembre diventò così il morto, da cui ci si travestiva per poter inscenare lo scambio fra l'offerta dei vivi ed i doni dei morti. Malgrado l'avvento del Cristianesimo queste tradizioni erano molto radicate nella popolazione e pur essendovi molte persone convertite alla Chiesa cattolica, l’antico rito celtico-romano rimase.
Visto che la Chiesa cattolica non riusciva a sradicare questi antichi culti pagani, escogito' un tentativo per farne perdere l'ancestrale significato. Infatti nel 835 Papa Gregorio spostò la festa di Tutti i Santi dal 13 maggio al 1° novembre. Tuttavia l'influenza del culto di Samhain, non fu sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, una nuova festa: il 2 Novembre il Giorno dei Morti in memoria delle anime degli scomparsi che venivano festeggiati dai loro cari, che mascherandosi da santi, angeli e diavoli accendevano dei falo'.

E' su questa falsariga che si inserisce la leggenda che fa risalire ai primi cristiani, in cammino da un villaggio all'altro, elemosinando un pezzo di pane, l'origine della versione ancestrale italiana del "Dolcetto o scherzetto?" Il pane ottenuto dai pellegrini cristiani era detto "pane dell'anima" e più se ne riceveva, piu' preghiere questa persona prometteva di recitare per i defunti della famiglia che aveva a lui donato il pane. Infatti a quei tempi si credeva che i defunti potessero giungere al Paradiso non solo attraverso la preghiera dei propri cari, ma anche degli sconosciuti.

In Italia si diffuse quindi l'usanza della questua fatta da schiere di ragazzi o di contadini e artigiani che vanno di casa in casa cantando un'appropriata canzone; a Pettorano sul Gizio (Abruzzo) essa suonava così:
"Ogge è lla feste de tutte li sande:
Facete bbene a st'aneme penande…
Se vvu bbene de core me le facete,nell'altre monne le retruverete".

Questa costumanza in Puglia si chiama senz'altro cercare "l'aneme de muerte" e si apriva con questa specie di breve serenata rivolta alla massaia:
"Chemmare Tizie te venghe a cantà
L'aneme de le muerte mò m'a da dà.
Ah ueullà ali uellì
Mittete la cammise e vien ad aprì."
La persona a cui è rivolta la canzone di questua si alzava, faceva entrare in casa la brigata ed offriva vino, castagne, taralli ed altro.

E accanto alle questue, le strenne.
In Sicilia non è la befana, ma sono le anime dei morti che, il 2 novembre, recano i doni ai bimbi, doni che vengono appunto chiamati "cose dei morti".
Per ottenerli, i bimbi recitano questa preghiera:
"Armi santi, armi santi (= anime sante)
Io sugnu unu e vuatri siti tanti: ( = io sono uno e Voi siete tante)
Mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai
Cosi di morti mittiminni assai"
cose dei morti, cioè regali, mettetemene assai; s'intende nella scarpetta o nel cestello che i bimbi lasciano la sera appesa alla finestra o a capo del letto.
E i morti scendono a schiere bianche e spettrali, entrano in chiesa, assistono alla prima messa, poi si dirigono alle loro case a ritrovare i loro cari. L'ingenua fantasia del popolo li vede.

Bibliografia:
Paolo Toschi, "Invito al folklore italiano", Studium, Roma
Laura Rangoni, Le fate, Xenia
G. Pitré, "Spettacoli e feste", Palermo 1881


Carmela Maietta, brevi articoli su Halloween pubblicati da Vanity Fairy nei numeri del 25 ottobre e 1 novembre.

http://www.thanatos.it/cultura/tradizioni/italia/tradizioni_it_giorno_dei_morti.htm
http://digilander.libero.it/emina68/HalloweenStory.html

lunedì 15 ottobre 2007

BLOG ACTIO DAY -AMBIENTE - ALBERO DI NATALE

Il simbolo universale del Natale è in realtà un rito di magia simpatica, di provenienza germanica, dove il rito di offrire doni all'albero, quale incarnazione del divino durante l'inverno, serviva ai contadini per propriziarsi -in cambio - un buon raccolto. Le palline quindi altro non sono che simboli dei frutti che in primavera crescono sugli alberi.
Cosa avviene invece ai giorni nostri? La maggior parte degli abeti da decorare vengono tagliati dalle foreste senza neanche le radici, e quando pure le conservano, vengono lo stesso sistemati in un vaso nell'eccessivamente riscaldato soggiorno di un appartamento. Pur riempiti di addobbi splendenti, appena passate le feste, vengono gettati in strada al loro destino.
Pur non sapendo nell'addobbarlo prima e di maltrattarlo poi, di mettere in atto il rito magico in cui il simile richiama il simile, come ci dovremmo aspettare che la Natura poi si comporti nei nostri riguardi?
La mia proposta quindi per il BLOG ACTION DAY di quest'anno è: a scanzo d'equivoci, se già normalmente non abitiamo nei pressi di un abetaio, compriamo un albero di Natale finto, magari con già delle pigne sopra...così che anche senza addobbi ci possa ricordare quanto la Natura è generosa con noi sempre e non solo a Natale.

domenica 15 luglio 2007

Luna di Miele

Prima dell'avvento delle linee ferroviarie, i viaggi di nozze erano ben rari; il periodo immediatamente successivo al proprio matrimonio, per ovvi motivi di praticità, velocità...e comodità, veniva trascorso dai freschi sposi in casa loro. E' solo in epoca molto recente che il viaggio di nozze entra a far parte degli antichissimi rituali del periodo detto di "Luna di Miele".

La luna di miele, viene fatta risalire infatti a 4000 anni fa in Babilonia, dove il calendario era basato sulle fasi lunari; una luna era quindi circa un mese del calendario solare nostrano.
Per un intero mese dopo il matrimonio di una coppia, il padre della sposa forniva al genero l'Idromele, una bevanda alcolica ricavata dalla fermentazione del miele nell'acqua perché si credeva che proprio la presenza del miele favorisse la fertilità.
Il nome Idromele, deriva dal greco ydor "acqua" e mèli "miele", e nell'antichità era noto come "la bevanda degli dei". Fin dalla preistoria, prima dell'uso della vite, ed anche dopo, nei luoghi in cui le condizioni climatiche sfavorevoli non ne consentivano la coltivazione, tale fermentato rappresentava la prima ed unica bevanda alcolica.
Pur avendo un grado alcolico basso (circa 15°) il lungo periodo di fermentazione previsto dalla ricetta originaria, lo rese un bene di lusso, limitandone l'uso a rituali religiosi, di fertilità e di guarigione. Per questo motivo lo si trova prodotto quasi ovunque ci siano le api: nell'antico Egitto, nella Scandinavia vichinga e tra le popolazioni delle isole Britanniche dove, fino a tutto il XVIII secolo, tale tradizione rimane viva e presente proprio in quanto entra a far parte anche del rito matrimoniale stesso, durante il quale i due sposi bevevano l'idromele dallo stesso calice.
Ancora oggi in effetti, integratori alimentari sottoforma di sciroppo a base di propoli e miele vengono usati per prepararsi alla stagione fredda e prevenirne i tipici malanni. E' quindi comprensibile come gli antichi potessero associare la buona salute derivante dall'uso dei prodotti delle api, all'aumento della fertilità.
Fu scoperta probabilmente per caso, assaggiando l'acqua nella quale erano stati immersi dei favi per essere ripuliti; il miele immerso in acqua aveva fermentato naturalmente dando origine alla prima bevanda rituale della storia.
Con la scoperta della coltivazione dell'uva, in epoca romana dunque, l'Idromele consumato dai novelli sposi, per riprendere le forze dopo le prime, intense notti d’amore, è distillato insieme al vino, così come più frequentemente si trova in commercio attualmente.
Fonti ed immaggini:
Matilde Serao Il saper vivere Prismi (in allegato al quotidiano partenopeo Il Mattino nel 1996)
Wikipedia: l'enciclopedia on line

sabato 26 maggio 2007

Fede nunziale (Ampliato)

Gli anelli nunziali, come quelli di fidanzamento, hanno origini molto antiche.
L'usanza di portare la fede all'anulare sinistro risale all'epoca degli antichi egizi, che credevano di aver individuato una vena che partendo proprio da questo dito, arrivasse fino al cuore e lungo cui pensavano che corressero i sentimenti.
"Legare" l'anulare significava quindi garantirsi la fedeltà.
La suora che mi insegnava religione in primina, mi disse che in realtà l'anello nunziale si chiama "vera"; ecco quindi spiegato l'origine del sostantivo "fede"per indicare la "vera" nunziale, che ai suoi albori in Egitto, era l'unico simbolo del matrimonio sancito a sua volta soltanto da un rito privato. Il matrimonio infatti nella vita comune dell'epoca non era regolato da un atto giuridico; non esisteva nemmeno un geroglifico che stesse ad indicarne il termine vero e proprio, e le fedi consistevano in un sottile filo di metallo o in un cerchietto semplice doppio o triplo.
L'abitudine di indossare un cerchietto d'oro dopo il matrimonio si affermò, infatti, solo a partire dal XVI secolo. La consuetudine di incidere i nomi degli sposi e la data delle nozze all'interno della vera risale al Settecento, su ispirazione forse sempre dell'antico Egitto, dove, in altri tipi di anelli, si riteneva che colui il cui nome vi era iscritto avrebbe vissuto nell'infinità del tempo.La tradizione, dunque, impone che le fedi siano in oro giallo. Oggi, però, la moda le propone anche bianche di platino.
A sceglierle sono entrambi i fidanzati, ma è lo sposo ad acquistarle e a portarle in chiesa o in municipio il giorno delle nozze.
Nei paesi del Nord Europa la fede nuziale si porta sulla mano destra. In quelli anglosassoni invece è solo la donna a doverla portare; alla luce della tradizione egizia, tale costume lascia un pò perplessi...
Fonti: uno scritto di Ada Russo Pavan, quotato da Kyia, moderatrice nel forum Egittophilia, ed altre informazioni fornitemi da Kyia stessa
"Tutto Sposi" inserto su "Il Mattino" di Napoli, sull'omonima manifestazione partenopea;
Il sito: Sposi.net
Le foto con lo sfondo bianco sono del sito della Wilton;
quella in bianco/nero, del sito Foto Sacconier;
quella con gli sposi è del sito Sposi.net